
Il signor Lillo è un affermato monager di una nota azienda. In realtà non è proprio un genio. Occupa quella posizione in quel dipartimento per emanazione divina. Siccome nella sua 'niuranza non sporca e non fa danni , salvo al fegato dei subordinati, nessuno si è mai preoccupato di spedirlo a calci in culo. Ad ogni modo un manager vero costerebbe il doppio all'azienda. Lillo non capisce una mazza del suo mestiere, ma ha degli ottimi collaboratori che gli tolgono le castagne dal fuoco. Alle riunioni interrompe sempre con frasi che nulla centrano con l'argomento, si inalbera perché un manager "vero" è uno che si incazza. E' uno che non decide, la parola responsabilità per lui non esiste, per gli altri magari si. Il caro Alighieri si rotola nella tomba ogni volta che Lillo cerca di mettere insieme una frase in italiano stentato. Da queste premesse veniamo all'episodio di oggi. Dopo ore di estenuanti discorsi (per fargli capire un paio di concetti) Lillo si inalbera in quanto nelle pieghe della discussione la sua mente contorta è riuscita ad individuare un potenziale pericolo per la sua posizione di inutile monager aziendale.. Urla di qua ulrla di la, ricorrendo a luoghi comuni e citazioni farlocche, mette in bella copia una delle sue più pregevole chicche e rivolgendosi a Nando gli urla ".. no e no! perché se tu ne sapessi quanto ne so io , ne sapresti almeno quanto me"
(
Luogo: Italia centrale, Nomi di fantasia)
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